Samhain è  un tempo di passaggio, una porta che si apre su nuovi orizzonti: qualcosa è giunto al termine mentre qualcos’altro è pronto a prenderne il posto.
La Natura perde la sua rigogliosità per entrare nel tempo in cui il seme riposa nel silenzio della terra, in attesa della sua prossima esistenza come pianta.
È il tempo dell’ultimo raccolto, dei frutti caldi e dolci, del nutrimento autunnale per il nostro corpo.
È il tempo dell’attesa, del buio, di quel vuoto iniziale necessario affinché possa avvenire una nuova nascita.
È un tempo che ha visto svanire la sua essenza preziosa.
Con l’arrivo dell’autunno, tutto riprende dopo le pausa estiva: la scuola, il lavoro, i nuovi progetti. In realtà siamo abituati a dirigerci verso un obiettivo che sembra in contrasto con ciò che questo tempo autunnale richiede.
È essenziale fare uno sforzo supplementare per riconnettersi con la sacralità di questo momento.
È un tempo dedicato alla scoperta del nostro io più profondo, un momento di riflessione che ci prepara ad affacciarci al mondo, in primavera, con rinnovata energia.
Per i Celti, questa festività segnava la conclusione delle fatiche legate ai raccolti e alla gestione del bestiame.
Era consuetudine lasciare i resti del raccolto nei campi come offerta agli spiriti di Natura.
Questo momento rivestiva un’importanza tale da non limitarsi a una sola notte, ma si protraeva per diverse settimane.
Era un tempo di consapevolezza in attesa dell’arrivo della Luce che cominciava lentamente a riemergere durante il Solstizio d’Inverno (Yule).
E ora tocca a noi…
In questo tempo-non tempo, indossiamo vesti nuove per addentrarci nel nostro buio interiore, per onorare le nostre radici, il nostro legame con chi è vissuto prima di noi e per accogliere i doni che ci vengono offerti!!
Buona meditazione.
Valeria Rendinella Ricercatrice Spirituale