È mattina, nel silenzio del mio letto, ripercorro con la mente l’emozione di giorni appena trascorsi dove il sapore dello stupore si è amalgamato a ciò che il mio sguardo ha potuto incrociare.
Una manciata di giorni a Venezia per toccare le molteplici sfaccettature della Meraviglia…
L’ho vista fra i canali che, in un infinito divenire, assumevano forme di calle immerse in una Venezia fatta di luci e ombre.
L’ho ascoltata nel suono dello sciabordio dell’acqua lagunare che ha accarezzato le mie orecchie da turista in cerca del bello.
L’ho gustata nei “cicchetti” accompagnati da “un’ombra di vino”, seduta in semplici osterie che mostravano, senza timori, quel burbero ma vero mondo veneziano.
Quante sono realmente le sfaccettature dello stupore per le meraviglie della Vita?
Quanto gli sguardi dei gondolieri che, in silenzio, muovono quell’unico remo che fa da timone nella loro vita.
Con il fiato sospeso ho assunto la forma di una spettatrice che si lascia nutrire e condurre nel magico mondo di una Venezia settembrina.
E poi…come in ogni favola che si rispetti, arriva un orco, un lupo cattivo, un vortice di buio, che porta e mi porge, con una semplicità disarmante, ciò di cui la mia anima ha necessità di sperimentare.
Davanti al mio sguardo attonito, l’eterna danza di luci e ombre rende la vita uno spettacolo teatrale di cui noi siamo al tempo stesso spettatori e attori.
C’è una reale vittoria?
Sento di portare oggi con me un unico vero valore: l’esserci, felice di esserci, circondata da una miriade di regali che arrivano sotto forma di messaggi registrati con voce tremante, parole non dette, sguardi intensi, occhi umidi per la commozione.
Venezia preziosa, grazie e…
arrivederci a presto!
Valeria Rendinella – 20 settembre 2022
